15 luglio 2021. Negli eventi collaterali alla mostra “L’aria, la terra, l’acqua, il fuoco”, in queste due settimane, sono successe cose davvero inaspettate, ieri sera tutta l’umanità presente nelle opere di Chicco Calleri si è materializzata nello spazio espositivo dell’ex Convento del Ritiro durante l’incontro con l’Associazione Amici dell’Hospice Siracusa.
Veramente sorprendente la partecipazione, la voglia di donare e di condividere un progetto di solidarietà che ha come suo scopo soltanto il rispetto della dignità della persona umana. L’ Associazione Amici dell’Hospice Siracusa di questo si occupa dal 2012, di supportare e accompagnare, durante il decorso della loro malattia, quanti colpiti da patologie non più rispondenti alle terapie, devono affrontare questo difficile cammino.
Ieri sera le manifestazioni di amicizia nei riguardi dell’artista e di sostegno verso l’attività che svolge l’Associazione si sono toccate con mano in una gara di solidarietà concretizzata nelle donazioni che i tanti partecipanti all’evento hanno voluto effettuare. Le otto opere pittoriche su cartoncino, che l’artista ha creato per l’occasione, offerte dietro una spontanea donazione, sono state scelte tutte dai partecipanti. L’intera somma raccolta (circa 900 euro) è stata devoluta all’Associazione Amici dell’Hospice che la utilizzerà per i suoi progetti di solidarietà.
Presente all’incontro il dott. Giovanni Moruzzi, responsabile dell’Unità Operativa “Hospice e cure palliative” dell’Ospedale “Rizza”, che ha dato un importante contributo alla realizzazione della personale di pittura “L’aria, la terra, l’acqua, il fuoco”. Le sue parole dette a conclusione della serata hanno accostato il valore sociale dell’evento ai contenuti della pittura di Chicco e hanno richiamato i pensieri espressi nella sua straordinaria introduzione al catalogo della mostra, di cui ne riportiamo un significativo stralcio:
” Ed allora esseri umani privi di volto, ci osservano attraverso i confini delle loro cornici, ci guardano senza ritegno, ci interrogano senza perché, ed i loro tratti velati, ci dis-velano.
E noi nudi a stento ne sorreggiamo lo sguardo.
Poi, ancora, corpi fragili, inconoscibili, frammentati, profondamente vivi, alimentati solo da tratti di colore raggrumato, simile a fango primordiale.
Ed infine braccia, tese, spasimanti, con energie che sembrano sorreggerle oltre ogni ragione.
Braccia che vibrano, si contorcono o stancamente si adagiano attorno a spazi e luoghi a noi sconosciuti, ma certamente frequentati, calpestati, respirati dal nostro artista.
In questo naufragio della stabilità, ripetiamo la nostra dolce cantilena, ma aria, acqua, terra e fuoco si condensano in illusione, speranza, ombra e luce, e si esprimono in vita … vita … vita … ed ancora disperatamente … vita.“
Vincenzo Marano (Curatore della mostra)