di Giovanna Megna – 9 dicembre 2022 —
La mostra fotografica “La luce nel mare” di Emanuele Vitale rimane in esposizione fino al 15 dicembre presso l’ex Convento del Ritiro, in via Mirabella a Siracusa.
Di seguito riportiamo la recensione di Giovanna Megna presente nel catalogo.
Nel corso della storia della civiltà occidentale il mare, e più in generale l’elemento acqua, ha assunto un significato profondamente simbolico, donando una consistenza e uno stato al nostro essere e alle sue mutazioni, diventando fonte d’ispirazione per l’arte e la filosofia. Mito e filosofia hanno subìto una fascinazione da questo elemento interpretando il mare come matrice, madre e principio di generazione.
Per Talete tutto dall’acqua nasce e nell’acqua ritorna, soltanto l’acqua rimane eterna, fonte e fine di ogni cosa. Ma il mare è stato anche metafora degli smarrimenti della ragione, degli inganni e delle insidie della mente: per Platone i riflessi cangianti dell’acqua sono l’immagine delle apparenze sensibili, e per Kant il paese delle verità è un’isola circondata da un tumultuoso oceano, sede dell’illusione. Più recentemente Cecile Guèrard afferma che nel mare si inscrivono tutte le possibilità in quanto simbolo di libertà; è creatività perché è sempre in movimento, ingoia il nostro Ego e ci mostra come agire e nutrire la nostra anima. Il mare, insomma, ha in sé la vita e la morte, la conoscenza e gli inganni, la coscienza e l’inconscio, opposti facilmente riconoscibili negli scatti di Emanuele Vitale.
La sinuosità delle forme, la leggerezza dei movimenti, la libertà dei contorni rimandano all’immagine della fluidità in cui tutto si trasforma e in cui tutto nasce e ri-nasce in un’armonia che è propria dell’acqua come principio e fine. Allo stesso tempo i contrasti di luce e oscurità, di superficie e profondità rivelano l’essenzialità degli opposti in cui la presenza umana sembra ricercare l’armonia perfetta, l’equilibrio esistenziale tra le luci della vita e le ombre della morte, un equilibrio tra la coscienza luminosa e trasparente, e l’inconscio oscuro e profondo. E nei riflessi dell’acqua irrompe una realtà ingannevole, una proiezione del nostro sguardo che ci conduce all’immaginazione di una realtà altra. Dal mare c’è tanto da imparare su noi stessi e sul senso della nostra vita e negli scatti di Emanuele possiamo rintracciare la strada per comprendere la complessità dell’esistenza che è, per dirla con le parole di Bauman, “liquida perché il cambiamento è l’unica cosa permanente e l’incertezza è l’unica certezza”.
Giovanna Megna (Docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico “L. Einaudi” di Siracusa)
Foto del segmento Yin & Yang